
Evan Spiegel, co-fondatore di Snapchat e attuale CEO, è tutto quello che noi (forse e purtroppo) non saremo mai a 26 anni: un visionario e innovatore, il più giovane miliardario al mondo e fidanzato con una ex-modella di Victoria’s Secrets. Come in ogni personaggio troviamo però anche un lato più scuro, che lo vede descritto come una persona eccentrica, poco propensa al dibattito e che non sopporta i “no”. Interessante è quindi capire il mix di ingredienti di colui che sta dietro il Social Network che ci ha più sorpreso negli ultimi due anni.
Dimenticavo di aggiungere: detiene anche la licenza per pilotare gli elicotteri. Nato il 4 giugno 1990 da due genitori entrambi avvocati e cresciuto in un ambiente benestante, il giovane imprenditore californiano si diploma al Crossroads School for Arts and Sciences di Santa Monica, per poi passare alla Standford University per studiare product design.
L’Università non la finirà mai. Nonostante avesse ancora crediti da dare e non potesse quindi partecipare alla cerimonia di assegnazione della laurea ai suoi compagni di corso, riesce a prenderne parte lo stesso e gli viene assegnato un foglio bianco. Il motivo di tale teatrino? Non voleva fare brutta figura con i genitori che erano venuti a vederlo.
A detta di Spiegel quel momento è stato uno dei più brutti della sua vita, perché quell’atto è “una di quelle cose sciocche e ridicole che si fanno per non essere diverso dagli altri”, per non sentirsi escluso o emarginato da quel mondo: una famiglia facoltosa, un’università prestigiosa, uno stile di vita alto.
A differenza però degli altri millenials, Spiegel ci tiene alla sua privacy e mentre i suoi “coetanei” pubblicano e condividono cose online ricreando la propria vita in formato digitale, lui ha solo un account Twitter (su cui tra l’altro non c’è nessun tweet), e materializza la sua ossessione in un progetto di successo. “Semplicemente viviamo e comunichiamo allo stesso tempo”, perché quindi rendere visibile a tutti quello che esprimiamo?
Snapchat
Snapchat nacque nell’aprile del 2011 da un progetto universitario, ideato da Spiegel assieme a Bobby Murphy. Il sevizio di fotomessaggistica istantanea venne lanciato due mesi dopo con il nome di “Picaboo”, per poi essere rinominato a Settembre dello stesso anno. I numeri parlano chiaro: oggi Snapchat conta 150+ milioni di utenti attivi ogni mese, superando Twitter. Ma l’obiettivo primario di Snapchat non è aumentare il numero di utilizzatori, quanto piuttosto aumentare l’engagement, e come dice lo stesso Evan Spiegel “Making sure that the people that are on our servers love it.”
L’inclinazione verso materie legate all’arte e al Design, e lontane da quelle dei genitori, sarà un background fondamentale nella creazione di Snapchat. La semplicità nell’utilizzo è una caratteristica che lo contraddistingue, come il concept di avere come prima schermata l’apertura della fotocamera. Inoltre, l’evoluzione ha portato Snapchat a dividersi in 3 modelli di business diversi, come le 3 schermate:
- a sinistra, la messaggistica
- in mezzo, la camera
- a destra, il content (Discover, Stories)
Se mettiamo i social network su un continuum che parte dall’accumulazione del contenuto e finisce con l’espressione, Snapchat arriva quasi a toccare la massima espressività, lì dove troviamo il live streaming. Se una volta ci si faceva una foto con la fotocamera digitale, si tornava a casa, si trasmettevano i dati sul PC e forse allora la si caricava su internet per condividerla con gli amici, ora tutto è a portata di mano, con lo smartphone, la fotocamera e la connessione internet. Snapchat sfrutta il massimo della tecnologia.
Qualità manageriali
Non sono un grande manager, ma cerco di essere un grande leader
Partendo da qui si può capire come a 25 anni si possano avere le capacità per guidare un’azienda dal valore di $20 miliardi, ossia tanta consapevolezza dei propri mezzi.
Mi sono trovato un processo in cui mi sono chiesto ‘cosa mi rende un buon asset per la mia squadra?’. Credo che l’elemento chiave qui sia cercare di crescere il più velocemente possibile
Essere quindi alla guida di un progetto che cresce e si evolve a livelli esponenziali richiede una crescita anche da parte di chi lo guida, alla stessa velocità. Questo include inoltre la ricerca di persone brillanti ed entusiaste di salire a bordo, dando loro la giusta autonomia per sviluppare le proprie idee.
Tipo di leader? Molto risoluto, ma che cambia idea spesso
Qualità che molti intravedevano anche in Steve Jobs, come raccontato da Tim Cook, ossia la caratteristica di troncare le discussioni con grandi decisioni, per poi tornare il giorno dopo avendo cambiato completamente idea. Un apparente paradosso, ma in realtà è una combinazione tra la necessità di prendere velocemente le decisioni e altrettanta importante necessità di essere flessibili nel cambiare idea, se si pensa che sia la cosa migliore da fare.
Chi ammiro? Edwin Land, l’inventore di Polaroid
Edwin Land (1909-1991), curiosamente ha influenzato anche lo stesso Steve Jobs, e aveva 3 qualità che in molti apprezzavano: era un grande scienziato e sperimentatore, era un’artista e infine era anche un umanista. Tre qualità apparentemente difficili da trovare in una stessa persona, ma se coltivate e messe assieme portano a scoperte rivoluzionarie.
Cosa migliorerei, o farei diversamente? Cercherei di chiedere scusa un po più spesso, cosa a cui sto lavorando
Qualcuno lo descrive come una persona arrogante, ma lui si definisce semplicemente senza filtri, forse poco diplomatico. “Per avere un grande prodotto/risultato”, dice Spiegel “bisogna far vedere la propria percezione sulla cosa”.