
Ham Holy Burger, la catena di hamburgerie gourmet sbarca a Padova, e noi della redazione This MARKETERs Life siamo stati alla serata di inaugurazione dedicata alla stampa per raccontarvi questa nuova realtà.
Il claim della campagna di comunicazione di Ham Holy Burger della catena è “Andiamo dove ci porta il cuore” e questo si è posato sulla città veneta, seconda apertura nella regione, dopo il ristorante di Verona. I ristoranti fanno parte del gruppo campano Sebeto, a cui, oltre ad Ham Holy Burger, fanno capo i locali dei marchi “Rossopomodoro”, “Anema e cozze” e “Rosso sapore”.
Ad aprire la serata è stata la giovane vice-sindaco di Padova, Eleonora Mosco, che ha posto in evidenza l’importanza di nuove aperture in tempi in cui invece il trend per il settore commerciale è negativo, con le numerose chiusure di attività commerciali che si sono susseguite negli ultimi anni, particolarmente evidenti nel centro città.
A seguire è intervenuto Franco Manna, presidente del gruppo Sebeto, che si è detto entusiasta dell’accoglienza dimostrata dalla città nei confronti della pizzeria Rossopomodoro prima e di Ham Holy Burger ora, ringraziando le autorità. Il punto centrale su cui il presidente è voluto tornare più volte è la qualità delle materie prime con cui vengono preparati i piatti che compongono il ricco menù dei ristoranti della catena. Prima su tutte la carne di Fassona piemontese, presidio Slow-Food, con cui vengono preparati gli hamburger.
Ad arricchire l’offerta, una vasta selezione di birre artigianali che comprende ben 50 varietà.
Il presidente Manna ha anche raccontato l’origine del nome della catena: durante uno dei suoi frequenti viaggi in aereo, si ritrovò una Bibbia in Inglese “Holy Bible” sul sedile di fianco al suo e pensò che se il libro “più sacro” si chiama così, l’aggettivo Holy – sacro – potesse funzionare anche per un prodotto a cui voleva dare una nuova dignità culinaria.
Una delle novità introdotte da questa catena è la presenza di iPad ai tavoli, che fungono da “camerieri virtuali” nel tentativo di eliminare i tempi morti ed assicurare un servizio più veloce.
Ma qui non siamo nel mondo del fast-food, e d’altronde l’obiettivo della catena è proprio quello di proporre hamburger gourmet, sicuramente di alta qualità. Infatti non ci sono solo gli iPad, ma anche diversi camerieri pronti a guidare i clienti nella scelta fra le varie proposte fra le quali spicca un panino dedicato proprio alla città – “Ham Loves Padova” – fatto con ingredienti tipici della zona, fra tutti la “sopressa” locale; non a caso tutti i camerieri indossano una maglietta con la simpatica scritta “Ne so quanto un iPad e in più sorrido”.
Anche l’atmosfera e l’arredamento del locale si discostano molto da quelle tipiche delle catene fast-food: curato, accogliente e sicuramente “tech” con gli iPad a disposizione di tutti i clienti.
Le sorprese per gli amanti della tecnologia non finiscono qui: c’è un’app dedicata, tramite la quale sarà possibile prenotare il proprio tavolo, assicurandosi un posto nel locale che, ne siamo certi, farà il pienone.
Da un punto di vista di marketing è interessante notare come anche un elemento culinario tradizionalmente considerato “cheap” come gli hamburger, stiano subendo gli effetti del trend di riscoperta del cibo di qualità che da qualche tempo si sta imponendo sulle nostre tavole. Sicuramente qui si tratta di un prodotto polarizzante: gli irriducibili del fast-food potrebbero storcere il naso davanti a questa “nuova veste” del prodotto simbolo di quel tipo di cibo. Non è un caso però che le grandi catene di fast-food stiano seguendo questa strada, riposizionandosi verso un segmento intermedio, attraverso una maggiore cura degli ambienti interni e, soprattutto del packaging (la nostra Rebecca ne parla qui).
I prezzi non sono quelli di un Big Mac ma la differenza qui la fa la qualità: carne pregiata di Fassona piemontese, salse di qualità, patatine tagliate a mano e fritte al momento.
Ham Holy Burger Padova merita certamente una visita per scoprire questo nuovo connubio fra cibo marcatamente “pop” e qualità gourmet, tutto condito da un pizzico hi-tech, come piace a noi.
E voi come preferite il vostro hamburger?