
Fedeli al verso dell’omonima canzone, i Radiohead sono svaniti completamente dal web e silenziosamente diventati i protagonisti assoluti dei social. Pagina Facebook, account Twitter e sito della band sono stati improvvisamente svuotati di ogni contenuto, e le ragioni lasciate alla fantasia dei follower.
L’evoluzione dell’industria musicale ha modificato radicalmente il modo di comporre, diffondere e promuovere brani. Che si tratti di un nuovo album in uscita o di una tournée imminente, il social music marketing è oramai uno strumento irrinunciabile di comunicazione per artisti di fama nazionale e internazionale e ha segnato il tramonto della generazione MTV. Partendo da piattaforme dedicate quali MySpace e SoundCloud e passando per YouTube, oggi musicisti e performer quali Beyoncé e Rihanna hanno definitivamente abbattuto la barriera tra palco e spettatori dedicando sempre più attenzione ai contenuti proposti ai propri follower, dai messaggi promozionali su Facebook, agli aggiornamenti tempestivi su Twitter, ai frammenti di vita privata su Instagram.
Se post, tweet, teaser e leak di celebrity all’insegna della suspance e dell’entusiasmo rientrano ormai nella prassi e “fare le cose sempre più in grande” sembra essere il segreto di una campagna promozionale di successo, a fare notizia stavolta è invece l’improvvisa assenza di una band, i Radiohead.
Il primo maggio il gruppo inglese ha infatti progressivamente eliminato tutti i propri contenuti da social e sito web, mantenendo attivi i propri account ma lasciandoli letteralmente in bianco.
Non è una novità quella della band di agire controcorrente ribellandosi agli schemi del business della musica. Lo stesso frontman Thom Yorke nel 2007 dichiarava al Time che pur collaborando in armonia con la propria casa discografica “it probably would give us some perverse pleasure to say ‘F**k you’ to this decaying business model”.
A dimostrazione della volontà di disancorarsi dagli schemi e dai vincoli del mercato musicale, il settimo album della band uscito nello stesso anno, In Rainbows, fu distribuito in modo decisamente non convenzionale. Per alcune settimane i brani furono infatti messi a disposizione su un portale al quale venivano dirottati i visitatori del sito web della band e dal quale potevano essere liberamente scaricati secondo la formula pay what you want.
In cosa consiste? Proprio quello a cui state pensando. Una volta riempito il carrello e giunti al check-out al posto del prezzo di vendita vi era un punto interrogativo, al cui click compariva prontamente un emblematico “It’s Up To You”. L’album raggiunse la vetta della classifica di Billboard e ricevette il secondo posto come album migliore dell’anno dalle riviste TIME e The Guardian.
Solo a distanza di un anno la Warner Chappell Music, società incaricata di gestire le licenze di utilizzo di In Rainbows, rivelò le proporzioni del fenomeno: oltre 3 milioni di copie vendute delle quali 1,75 milioni in formato fisico tra cd e vinile. Nonostante la scelta di rendere disponibile l’album privo di prezzo prestabilito, questo superò in termini di dischi venduti i precedenti Amnesiac del 2001 e Hail To The Thief del 2003, che non raggiunsero il milione di copie.
Nel 2011 fu la volta di The King of Limbs: il 14 febbraio la band annunciò l’uscita di un nuovo album con nemmeno una settimana di preavviso, per poi sorprendere nuovamente i fan rendendolo disponibile per il download online assieme al video di Lotus Flower un giorno in anticipo; a detta del portavoce del gruppo tutto era pronto nel loro sito web, perciò “Perché no?”.
Anche nei suoi progetti da solista Thom Yorke ha in passato scelto un lancio in sordina: il suo secondo album, Tomorrow’s Modern Boxes, non è stato preannunciato ed è stato distribuito in formato digitale tramite BitTorrent, generando oltre un milione di download in una settimana e diventando il torrent legale più scaricato del 2014.
La scelta di “svanire” dal web sembra perciò in linea con le precedenti insolite prese di posizione della band. Durante la giornata di domenica i post, le immagini, e i contenuti passati hanno abbandonato social e sito web, lasciando spazio al solo nome “Radiohead”.
Anche l’account Facebook di Yorke sembra essere svanito. Che si tratti o meno di un implicito messaggio legato al rapporto tra dimensione musicale e web, l’arrivo imminente di un atteso nuovo album sembra essere la previsione più gettonata, e la ben avvertita scomparsa sembra non essere il primo indizio a tal proposito.
Tra le singolari abitudini della band vi è anche quella di dare vita a nuove società indipendenti costruite ad hoc al fine di mantenere finanziariamente separato ogni progetto discografico e ora arrivate ad un totale di 20, tra le quali spiccano ditte goliardiche quali Random Rubbish LTD e Unreliable LTD. A lasciar presagire l’uscita di un nuovo disco è proprio la nascita di due nuove società nei sei mesi passati, Dawn Chorus LLP e Dawnn Choruss LTD.
Un altro segnale? Il giorno prima dello “svuotamento” di pagine e account alcuni fan residenti nel Regno Unito – si presume iscritti di lunga data al portale W.A.S.T.E. della band – hanno ricevuto un misterioso volantino con la frase “Burn the Witch”, accompagnata dal verso di una filastrocca inglese per bambini “Sing the song of sixpence that goes”, da un quasi intimidatorio “We know where you live” e dall’inconfondibile logo del gruppo.
Se per ora le intenzioni dei Radiohead restano solamente delle ipotesi, al loro silenzio digitale i fan sui social hanno reagito non risparmiandosi gif e immagini a tema.
Cos’avranno in serbo per noi i Radiohead? Per avere risposta dovremo senz’altro pazientare ancora un po’, ma per ora una cosa è certa: in un contesto saturo di segnali il marketing dell’inaspettato sta diventando sempre più la forma di (non) comunicazione in grado di smuovere gli utenti internet.
A due giorni dalla “scomparsa” la band si è timidamente ripresentata sui social rinviando da pagina Facebook e account Twitter a una clip animata sul prima inesistente profilo Instagram, che nel corso della giornata ha superato i 100k follower.
UPDATE
A distanza di qualche ora dall’approdo su Instagram ecco svelato il mistero: i Radiohead sono tornati a popolare i social con nuove immagini profilo e copertina, ma soprattutto con il primo singolo del loro nuovo album, Burn The Witch; in una sola ora il video ha superato le 100k visualizzazioni su Youtube e #BurnTheWitch è inevitabilmente diventato Trending Topic su Twitter.