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Intervista a Elisa Perillo, la prima kids food blogger italiana

da 9 Maggio 2016Maggio 16th, 2016Nessun commento
Nell’era del blogging e del video blogging emergere in un web sempre più inflazionato e competitivo non è facile. C’è bisogno di un’idea forte, di una proposta di valore reale e di una buona dose di competenze di marketing digitale. Se il tutto è anche condito da una faccia pulita e una personalità autenticamente friendly il gioco è fatto.

In origine fu la mitica Wilma De Angelis, cantante, conduttrice televisiva e attrice degli anni ‘60, che nel 1979 per prima lanciò l’idea di “Telemenù“, una rubrica culinaria in onda tutti i giorni sull’allora Telemontecarlo, oggi La7. Da lì in poi si sono susseguite le varie Clerici, Parodi e Peronaci, portando avanti un filone di successo, quello dello show cooking, che dopo quasi quarant’anni non accenna ancora a dare segni di stanchezza. Certo, sono cambiati i protagonisti (molti più uomini rispetto a prima), è cambiato il medium (tanta tv ma soprattutto il web), sono cambiate le ricette (sempre più mirate per specifici target). Ma la passione italica per la cucina è rimasta immutata.

Negli ultimi anni, specie nel web, abbiamo assistito ad una vera e propria specializzazione del settore: molti siti, ma soprattutto molti blog, hanno scelto la strada delle nicchie, puntando ad un pubblico sempre più specifico dagli amanti dell’etnico alla macrobiotica, dalla cucina tradizionale al cake-design.

L’ultima frontiera è il vegan, un trend che per molti potrebbe essere derubricato a “moda del momento” ma che di fatto conferma che l’attenzione del consumatore si sta progressivamente spostando sulla qualità del cibo, intesa sia come bontà di ciò che mangiamo che di come mangiamo. Si pensi, ad esempio, a come siamo più sensibili rispetto alla provenienza delle materie prime (biologico, biodinamico, a km zero), alle combinazioni alimentari, all’apporto di nutrienti essenziali e all’equilibrio ricercato tra i vari macronutrienti.

Elisa Perillo, mente, cuore e anima del food blog “Peri & the kitchen”, ha fatto della specializzazione e della qualità delle proprie ricette il cavallo di battaglia del suo blog. In questa intervista ci racconta quali siano gli ingredienti di un progetto di blogging di successo e quali le difficoltà di una professione così nuova che affonda le proprie radici nel passato.

Come nasce l’idea di avere un blog tutto tuo?

Mi occupo di comunicazione digitale da sempre. Ho lavorato per diversi anni in Zooppa.com, una start-up incubata in H-farm e qualche anno più tardi ho scelto la strada della libera professione sempre nel campo della comunicazione digitale, lavorando come social media strategist e copywriter.

Strada facendo sono successe un po’ di cose, tra cui la maternità. Questo ha creato una pausa lavorativa e, come succede per molte donne, ho avuto la possibilità di fermarmi a pensare: ho capito subito che non avrei voluto continuare a fare questo mestiere solo per gli altri, ma desideravo mettere le mie competenze al servizio di qualcosa che fosse mio, un progetto personale che avesse un risvolto di utilità.

ripresavideo

Nel web nascono in un anno più food blogger che bambini in Italia. E’ un mercato molto competitivo. Qual è la tua proposta di valore? Come riesci a distinguerti dagli altri?

Quando è nato mio figlio Matteo e ho iniziato a preparargli le prime pappe, mi sono resa conto di quanto ci tenessi a fare in modo che si alimentasse in maniera sana, varia e completa. Pur non avendo all’epoca una gran predisposizione (e passione) per i fornelli, la cucina e il mondo casalingo in genere, ho cercato di mettermi d’impegno fin da subito in questo senso.

Al tempo stavo ancora pensando a che forma dare al mio progetto, ma non riuscivo ad individuare il settore in cui avviare questa nuova attività. Ho iniziato a pensare alle mie passioni, ma non trovavo la formula giusta per tradurre i miei hobby in un qualcosa di realmente valido. Finché un bel giorno ho capito che avrei potuto prendere una strada diversa: partire da quella che per me era una non-passione e una non-abilità, tradurla in qualcosa di divertente e trasformare “il peso” quotidiano di cucinare in un’attività da affrontare con maggior leggerezza.

Mi sono immaginata, perciò, come la protagonista improbabile di video-ricette in cui, al motto di “più facile è più buono”, avrei potuto spiegare come preparare dei pasti sani per i bambini e parlare a chi come me non aveva questo tipo di talento.

TaglioGnocchi

Il primo elemento distintivo, perciò, è il fatto di mettersi alla pari rispetto a chi mi segue. Questo è l’approccio che ho utilizzato fin da subito: proporre piatti semplici da replicare, senza voler passare per una chef o voler “salire in cattedra”. “L’appetito vien mangiando” e anche io a furia di cucinare sono un po’ alla volta migliorata. Ogni video si conclude con l’assaggio da parte di Matteo, che ci fa subito capire se la ricetta funziona o meno. Da qui nascono una fiducia e una credibilità reali nei confronti del progetto. Con grande gioia ricevo i commenti delle mamme che mi dicono “Ho provato anch’io che non sono una gran cuoca e ha funzionato. Grazie!”. E questa è la soddisfazione più grande perché significa aver raggiunto l’obiettivo che mi ero prefissata, ossia quello di semplificare la vita in cucina ai genitori.

Il secondo aspetto distintivo riguarda il punto di vista della proposta. Il web, è vero, è zeppo di contenuti che hanno a che fare con la cucina però il prodotto video ricetta espressamente pensata per il bambino, quindi elaborata prima di tutto dal suo punto di vista e che solo in seguito diventa una ricetta per tutta la famiglia, è un tipo di format meno diffuso, specie in Italia.

In questo percorso poi sono nate delle collaborazioni interessanti tra cui quella con Alice Cancellato, nutrizionista del Policentro Pediatrico di Milano, con la quale creiamo  e studiamo le ricette anche da un punto di vista nutrizionale. E questo è un ulteriore aspetto distintivo molto importante perché permette alle mamme di avere una garanzia di qualità. Online spesso si trovano video bellissimi, ma improponibili dal punto di vista alimentare, specie per i più piccoli.

Quindi da un lato c’è questo “prendere la vita con morbidezza” (come il famoso payoff delle Morositas, che mi è sempre piaciuto), dall’altra c’è una proposta seria, che intercetta una domanda reale.

Peri_Matte

Dalla tua parte hai anche una grande esperienza in campo digital. Come hai saputo sfruttare queste tue competenze? Quali scelte di tipo strategico e tattico hai compiuto?

Tutto è nato un po’ per gioco: all’inizio c’erano solo i video e il mio profilo personale su Facebook. Poi ho deciso di investire di più, mettendo anche da parte il mio lavoro: ho aperto il blog Peri & the kitchen per disporre di un luogo adatto a far confluire i contenuti e successivamente ho creato la Pagina Facebook scorporando così il piano professionale da quello privato.

Quando ho dovuto scegliere il canale sul quale puntare, ho volutamente rinunciato all’idea di far grandi numeri su Youtube, ormai super affollato e troppo competitivo. Ho puntato su Facebook Video, anche perché mi permetteva di ottimizzare i contenuti rispetto alla Pagina … non è un mistero che il social di Zuckerberg penalizzi molto i video esterni rispetto a quelli proprietari. Inoltre, lo stesso Facebook sta investendo in questo media sviluppando sempre più funzionalità.

Rispetto all’idea di raggiungere milioni di views (che è una strada difficile e soggetta a tante variabili che non sempre sono sotto il tuo controllo, tra cui anche la fortuna) ho investito sulla qualità dei contenuti. Da subito ho cercato di offrire un prodotto distinguibile e ben confezionato, usando strumentazione professionale, dalle luci al programma di montaggio. Tutto questo è anche merito di mio marito Andrea. E’ lui che fa le riprese. Io ho imparato a fare il montaggio, ma le riprese, che sono una parte cruciale, sono curate da lui. Il progetto ha coinvolto tutta la famiglia e avere un compagno che, pur avendo il suo lavoro, ti supporta non è una cosa da trascurare.

Periandthekitchen2

Vita da blogger: quali sono le difficoltà maggiori e quali invece le soddisfazioni?

Per le soddisfazioni sicuramente le conferme e i riscontri di chi mi segue, e il fatto che dal non sapere nulla di cucina sono riuscita a migliorare nel tempo grazie alla motivazione e all’impegno (ho fatto un unico corso di cucina regalatomi da mio marito, e anche questo è certamente servito!). Le più grandi soddisfazioni arrivano quando le mamme mi scrivono che le ricette funzionano, mi mandano le foto dei loro piatti, mi chiedono consigli. E devo confessare che un po’ mi fa sorridere, che lo chiedano proprio a me, io che sono sempre stata un’imbranata in questo campo. Ma il mio atteggiamento nei confronti dei bambini in cucina è di massima attenzione e massimo rispetto. E forse questo passa. Anche se io nei miei video mi prendo in giro, combino dei pasticci e faccio un po’ di autoironia, alla fine sono effettivamente molto attenta a quello che può o non può funzionare con un bambino. Tra le soddisfazioni metterei anche un pochina di notorietà, il fatto che ogni tanto nella mia città una mamma mi ferma e mi riconosce. Troppo divertente!

La difficoltà in questa avventura è quella di farsi strada come blogger e in particolare come food blogger tra tante proposte che non sempre hanno una qualità difendibile. Per questo ci tengo così tanto a costruire una proposta valida e credibile. Ci sono dei momenti in cui penso che sto inseguendo una pazzia e sono colta da un po’ di sconforto, ma poi arriva un grazie da una mamma o un papà, un fan che mi dice che da tempo aspettava un blog così, una proposta di collaborazione e torna la carica!

PresentazioneBranzino

Hai già ricevuto qualche proposta interessante da parte di aziende?

Sì, ne ho ricevute. Anche questo è un aspetto che però bisogna imparare a gestire. Quando un’azienda punta gli occhi ti senti onorato e si fa fatica a dire no. Sto imparando un po’ alla volta a dare il peso giusto alle cose e difendere il mio lavoro senza cadere in “tentazione”. Nel mondo dei blog, purtroppo, spesso vengono proposti degli scambi di visibilità che poco hanno a che fare con la valorizzazione del lavoro. E’ una professione che fatica a trovare una sua regolamentazione ed infatti si sta da qualche tempo lavorando proprio in questa direzione.

Quello che sto cercando di fare è continuare a lavorare sulla qualità (ops, quante volte ho detto “qualità”), in maniera seria e professionale e dialogare con aziende che siano interessate al tipo di contenuto e al target a cui mi rivolgo, per proporre contenuti brandizzati a cura di Peri & the kitchen. In questo senso ho già realizzato delle cose e sto facendo delle chiacchierate interessanti che spero possano trasformarsi in progetti concreti.

P&K_Matte

Quali sorprese hai in serbo per il futuro?

Ho molte idee in cantiere. Mi piacerebbe realizzare ricette anche per mercati diversi dall’Italia, magari in inglese o in spagnolo perché ho una vera passione per le lingue straniere. Ma sto anche pensando a come declinare il progetto in altre forme che non prevedano solo video ricette. Il mio vero sogno, però, rimane quello di avere una trasmissione tutta mia, sul web o in tv. Ma questa è un’altra storia e spero di potervela raccontare in un’altra intervista.

In conclusione, che vogliate aprire un blog di cucina o meno ricordate che gli ingredienti del successo sono sempre gli stessi: un’idea forte che possa intercettare un pubblico ben specifico, un buon piano editoriale, costanza, determinazione e tanto lavoro. E non dimentichiamo un pizzico di fortuna, perché il successo non è mai garantito!

Silvia Vacchio

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