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LACUNA/AE: l’identità della Venezia moderna

LACUNA:AE This MARKETERs Life
Spesso si parla di un turismo alternativo per Venezia, a LACUNA/AE invece si parla soprattutto di una Venezia alternativa, lontana dai flussi turistici ma dall’altissimo interesse architettonico. Vi raccontiamo, anche con le parole dell’organizzatrice, tutto su una delle mostre più interessanti dell’anno in Laguna.

Per immedesimarsi nell’ambiente della Venezia moderna:

Scrivere di Venezia significa scrivere indissolubilmente di architettura: sembra quasi una leggenda quella della città sorta in mezzo alle paludi, in aperta contravvenzione alla parabola evangelica della casa edificata sulla roccia più sicura rispetto a quella costruita sulla sabbia. La capitale veneta è la protagonista di un miracolo architettonico più che millenario, compiuto ancora nell’epoca tardo-romana, quando la fuga dalla terraferma infestata dalle incursioni barbariche era una buona idea per immaginare di fondare un insediamento nella zona logisticamente più improbabile di tutto il Nord-Est.

Stai camminando sopra una sterminata foresta capovolta, stai passeggiando sopra un incredibile bosco alla rovescia

Scrisse Tiziano Scarpa nella sua personale guida Venezia è un pesce, per spiegare come tutto il meraviglioso complesso architettonico della città lagunare si regga su un immenso sistema di palafitte. Un semplice e ingegnoso sistema realizzato con milioni di tronchi d’albero provenienti dai boschi alpini, il quale per secoli ha sorretto questa familiare armonia di marmi, masegni, vere da pozzo, finestre gotiche, ponti e palazzi, calli e campi.

Canaletto Bucintoro Venezia This MARKETERs Life

Canaletto, “Il ritorno del Bucintoro al molo davanti al Palazzo Ducale”, 1729, olio su tela, San Pietroburgo, Ermitage

E siamo di certo abituati alla fama di edifici testimoni della grandezza della Repubblica Serenissima nei secoli: dal maestoso complesso di Palazzo Ducale e della Basilica di San Marco alle armoniose chiese palladiane del Redentore e di San Giorgio, fortunatamente i segni che ricordano il passato più remoto della città trionfano ancora nel panorama lagunare.

Venezia, dunque, cresce nel segno delle tre anime dell’architettura codificata da Vitruvio:

  • Utilitas: la funzionalità di una città portuale al centro di commerci internazionali,
  • Firmitas: l’incredibile solidità nella sua intrinseca fragilità,
  • Venustas: la bellezza dell’arte che per secoli ha decorato interni ed esterni degli edifici.

Ma c’è un passato più recente, parte dell’età contemporanea, che comincia ad essere esplorato in profondità: un passato di architetture industriali e militari che diventano spazi della vita civile, secondo il paradigma di una Venezia sempre così simile a se stessa, ma sempre in continua trasformazione. La città lagunare, infatti, a cavallo tra Ottocento e Novecento contava svariate aree industriali, situate spesso in luoghi quasi insospettabili del tessuto cittadino. Queste aree vennero in seguito dismesse con l’avvento del petrolchimico, lo spostamento del baricentro produttivo sulla terraferma e l’affermazione come polo industriale di Porto Marghera.

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È proprio questo il tema di LACUNA/AE, Identità e Architettura Moderna a Venezia, la mostra ideata da Eleonora Milner e curata ed organizzata sempre da Eleonora e da Elena Caslini, in collaborazione con l’Archivio della Comunicazione del Comune di Venezia e con il supporto dell’Associazione Culturale Lavanderia Young. L’esposizione si tiene dal 28 maggio al 28 agosto 2016 nella suggestiva cornice della Torre Massimiliana di Sant’Erasmo a Venezia, ospitata dall’Istituzione Parco della Laguna.

Sant Erasmo Lacuna/ae

Lo spazio che ospita la mostra è decisamente coerente con il suo tema: la Torre Massimiliana è infatti una fortificazione militare austriaca recentemente restaurata, situata sull’isola di Sant’Erasmo nella Laguna nord, per secoli l’isola degli orti veneziani.

Il percorso della mostra si articola in dodici sale ed è concepito come un viaggio fotografico attraverso le ex aree industriali e le aree residenziali sorte ex novo ai confini della città storica, attraverso oltre cento fotografie di diciassette fotografi italiani.

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L’esposizione vuole raccontare soprattutto la riqualificazione di questi grandi spazi nel contesto della Venezia moderna, spesso progetti ambiziosi firmati da grandi nomi dell’architettura; per indagare non solo l’impatto e l’integrazione di queste aree nel tessuto urbano, ma soprattutto il loro ruolo nella definizione dell’identità cittadina veneziana.

Se Venezia fosse un LP, le aree ritratte nelle immagini di LACUNA/AE sarebbero sicuramente le b-side, le canzoni meno famose, che non escono sul mercato come singoli, ma che sono conosciute e apprezzate dai veri appassionati.

Lacuna/ae Sacca Fisola Avezzu

Andrea Avezzù, Sacca Fisola © Andrea Avezzù, 2016

L’iniziativa di LACUNA/AE si inserisce in un felice filone che vede l’architettura moderna esplorata da punti di vista del tutto originali: è il caso ad esempio di Padania Classics, progetto che ha spopolato anche su Facebook, incentrato sulla raccolta fotografica delle opere architettoniche di più dubbio gusto nel Nord Italia industrializzato.

This MARKETERs Life ha intervistato la mente dietro LACUNA/AE, Eleonora Milner, giovane veneziana appassionata e studiosa di arte e fotografia, che ci ha parlato di architettura, progettualità e vita a Venezia.

Claudia Corrent Baia del Re © Claudia Corrent, 2016

Claudia Corrent Baia del Re © Claudia Corrent, 2016

Come è nata l’idea di LACUNA/AE? Qual è il suo scopo?

Lacuna/ae nasce da una mia ricerca personale iniziata quasi due anni fa avente come oggetto il paesaggio contemporaneo di Venezia e delle sua laguna. L’obiettivo era di circumnavigare il centro storico della città e analizzare il territorio che la circonda. La fotografia, in quanto personalmente fotografa e critica artistica e fotografica, mi è sembrata naturalmente il mezzo più adatto. Fondamentale è il credo che il mezzo fotografico possa essere uno strumento di ricerca e di analisi, supportato da ricerche storiche e d’archivio come da interviste sul campo. Ho invitato alcuni fotografi di cui ho grande stima ad unirsi al progetto e raccontare fotograficamente ciascuno un’area, interpretate da tutti brillantemente.

Perché il tema di LACUNA/AE, queste aree architettoniche moderne, ha colto il vostro interesse?

Come ho riferito precedentemente Lacuna/ae è nata per raccontare alcune aree situate al confine di Venezia. Studiando queste aree non ho potuto fare a meno di circoscrivere l’oggetto d’analisi all’architettura moderna inserita in queste zone, limes tra città e ambiente lagunare. Alcune erano anche aree poco conosciute e ci piaceva l’idea di esplorarle e raccontare qualcosa di nuovo.

Quali sono state le sfide principali nell’organizzare la mostra?

Sicuramente il crowdfunding lanciato tre mesi prima dell’apertura della mostra. La campagna di raccolta fondi, conclusasi positivamente, è durata un mese e ci è servita a coprire parzialmente i costi dell’esposizione e della pubblicazione.

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Quando si pensa a Venezia, si pensa ai soliti grandi monumenti antichi. Voi, quando pensate a Venezia, a cosa pensate?

Venezia è Laguna.

Le aree fotografate da LACUNA/AE cosa rappresentano? Esperimenti più o meno riusciti di edilizia in una città particolare, o archeologia da geek dell’architettura?

Le aree (nove per la precisione) sono diverse tra loro per tipologia e localizzazione. Quello che mi è interessato di più è stato, e i fotografi sono stati eccellenti in questo, cogliere e raccontare il “vissuto” di un’area e cercare di comprendere le relazioni intrinseche dell’uomo con il paesaggio, senza chiudersi in giudizi sull’architettura esistente. La nostra è una ricerca ancora aperta.

Con LACUNA/AE ci avete fatto esplorare l’architettura più underground della laguna. Ma voi che futuro vedete per l’architettura, e in generale per la vita a Venezia?

Purtroppo Venezia si trova in un circuito a senso unico e vizioso direzionato unicamente verso tutto quello che concerne l’attività turistica. Difficile da percepire per chi la visita in giornata o la consuma in qualche giorno. Ormai da anni il futuro di una delle città tra le più belle al mondo sembra su tutti i fronti sconsolato. Teatri, spazi artistici, librerie che chiudono per fare spazio a negozi di merce di bassissima qualità, un’infinità, uno dopo l’altro. Quello che amo di Venezia è che, nonostante tutto quello che un’errata amministrazione le fa subire, tenta sempre di resistere. Rimanerci a vivere è di per sé un atto di resistenza molto coraggioso. Ringrazio chi ci resta, chi la sceglie, chi ci torna.

Quest’estate insomma, a Venezia l’architettura sarà molto presente sia come mainstream con la Biennale di Architettura, sia come underground con LACUNA/AE.

E noi non ce la perderemo!

Francesco Ongaro

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