
Tra i più dibattuti paradigmi del marketing e della comunicazione, il marketing dei contenuti (o content marketing) concorre a solleticare, assieme ad altri temi, l’appetito dei marketer più ambiziosi. Come dice Andrea Fontana, esperto visionario e docente di storytelling: “Oggi si compete narrativamente”. La narrazione d’impresa è essenziale per generare vantaggi competitivi e ha diversi obiettivi, tra cui non solo informare, ma soprattutto emozionare e persuadere.
Beliked fa del content marketing il suo core business, offrendo alle aziende un’opportunità per raccontarsi e contribuire a creare un futuro digitale migliore. Beliked non è la classica agenzia di comunicazione: è un network verticalizzato di professionisti che, grazie alla passione innata per la tecnologia, l’arte, i viaggi e (ovviamente) per il marketing, produce contenuti di valore.
La start up nasce in Friuli Venezia Giulia ed è frutto dell’intuizione di due giovani ambiziosi: Marco Valentinsig, ex Marketing Manager di Moroso, ora Digital Marketer per Beliked e il socio Joel Henry, fotografo di professione con esperienza decennale e Digital Designer di Beliked.
Incuriositi dalla loro storia, abbiamo deciso di fare due chiacchiere con Marco, per sapere di più sul loro modo di fare e di intendere comunicazione.
Ciao Marco, per noi di This MARKETERs Life è davvero un piacere conoscerti! Come nasce il nome Beliked?
Il nome Beliked nasce da una necessità: avere un nome breve e facile da pronunciare. Siamo partiti da una delle terminologie più note nella nostra sfera lavorativa, ovvero la parola “like”, riconosciuta dalla maggior parte delle età e dei settori. Ma questo termine non bastava. Non poteva esprimere chiaramente ciò che siamo, quindi abbiamo aggiunto il verbo essere, per suggerire al mercato ciò che facciamo. Noi di Beliked creiamo apprezzamento per i brand che ci scelgono per gestire le loro pagine social. Il nome è in inglese e la ragione è semplice: ci rivolgiamo a un target composto da aziende di dimensione media, che operano sul mercato internazionale, desiderose di migliorare la loro presenza sulle piattaforme digitali.
Qual è la vostra Unique Selling Proposition e come impostate la relazione con i vostri clienti?
Innanzitutto, non siamo un’agenzia. Le aziende da cui siamo stati negli ultimi tre mesi sono stanche di essere contattate da agenzie di comunicazione. Il nostro approccio è totalmente opposto a quello di una web agency, fin dalla fase iniziale del rapporto con il cliente. Il nostro non è un classico preventivo, ma è una rappresentazione di ciò che il brand potrebbe fare sui social secondo noi. Le aziende del mercato italiano sottovalutano chi opera nel nostro settore perché spesso troppo attente al prezzo invece che al significato della comunicazione che vogliono fare.
Ripensando al tuo percorso professionale, quali sono le competenze che ti hanno permesso di arrivare dove sei ora? Quale quella più impensata?
Quando lavoravo in azienda avevo incorniciato una frase di Warren Buffet che tenevo nel mio ufficio: “Non importa quanto grande sia il cerchio della tua competenza, ma la cosa importante è conoscerne bene il perimetro e ricordarti di restarci dentro”. Per molti è la classica citazione arrogante, per me invece significa che la cerchia delle proprie competenze è molto più importante di avere tante competenze. Con questo intendo dire che non c’è una competenza specifica o impensata che mi ha portato a fare quello che faccio oggi. È stato invece il continuo rafforzamento di tutte le competenze acquisite nel corso degli anni senza sbilanciarmi e apprendendone di nuove in sfere che non mi appartengono.
Sul vostro sito non c’è un indirizzo. Avete una sede aziendale? Ti rivedi più nel concetto di co-working o di teamwork? O ti senti più un leader?
Attualmente non abbiamo una sede e non vogliamo averla: lavoriamo da remoto. Io e il mio socio Joel abbiamo deciso di applicare il metodo Scrum, teorizzato da J. Sutherland, all’intero team Beliked. Questo approccio consiste nel raggiungimento di un elevato grado di produttività grazie all’ottimizzazione dei tempi. Lavoriamo ovunque ci troviamo: in aereo, in spiaggia, in montagna, da casa. Non importa dove siamo. Abbiamo ben chiari gli obiettivi da raggiungere e li raggiungiamo ottimizzando il nostro tempo e il risultato finale. Negli Stati Uniti il metodo Scrum è già applicato da molte aziende. In Italia, invece, questo approccio sarebbe impensabile perché ci sono spesso molti pregiudizi legati a queste nuove modalità di lavoro.
Oggi sentiamo spesso parlare dell’importanza di creare dei contenuti di valore che possano arricchire la customer experience. Secondo te, quale sarà la nuova frontiera del content marketing?
I contenuti sono il vero valore di una strategia. Molti brand invece si concentrano più sulla quantità, tralasciando qualità e forma. Penso che un cambio di passo avverrà quando la maggior parte delle aziende capirà questo concetto mutando la propria comunicazione. I social si evolvono, crescono e muoiono. In questi giorni in Italia sta emergendo TikTok, al quale già molte aziende si stanno interessando. Secondo me, questa piattaforma sarà la nuova frontiera della comunicazione dato che il main content è il formato video. Qui gli utenti hanno anche una capacità di elaborazione del contenuto incredibile, molto superiore a quella di Instagram, perché la creazione di video richiede più tempo ed energie. Il formato video, si sa, è il futuro della comunicazione e i primi a utilizzarlo nel modo corretto e sul social adatto stanno già riscontrando numeri incredibili e una fiducia unica nel mercato.
Dove vedi Beliked tra cinque anni? Avete progetti importanti in cantiere?
Anziché pensare a dove vedo Beliked tra cinque anni preferisco immaginare le persone con cui vogliamo che Beliked trascorra questo tempo. La nostra è una realtà giovane, desiderosa di fare nuove amicizie con brand e influencer di tutti i settori. Se c’è una cosa che ci è piaciuta finora è l’enorme quantità di informazioni che ogni giorno assimiliamo a seconda delle aziende con cui ci relazioniamo, dei posti in cui andiamo e delle situazioni che viviamo. Tutto questo grazie a un mondo digitale apparentemente privo di emozioni, ma che in realtà è il primo a generarne.