
I fashion addicted lo sapranno già: gli appuntamenti fondamentali nel calendario della moda sono febbraio e agosto. In quei periodi, infatti, si inaugurano le nuove collezioni veicolando le “tendenze del momento”.
Ma che cosa succede se una pandemia globale cambia le regole del gioco scandendo il tempo a suo piacimento? Piume, frange o paillettes? Quali saranno i must-have destinati agli armadi più glamour?
All’orizzonte si profila un’accurata selezione di capi etici e sostenibili.
Fashion industry: alleata dell’ambiente?
Da diversi anni si parla della salvaguardia del pianeta e oggi è necessario che anche la fashion industry, seconda industria più inquinante al mondo, prenda parte alla battaglia a favore della sostenibilità. La moda riparte.
I mesi di incertezza dovuti alla pandemia e ai lockdown hanno spostato l’attenzione da un consumismo frenetico a una maggiore consapevolezza del valore delle cose. Insomma, i consumatori hanno riconsiderato le proprie priorità.
È essenziale tutelare ogni risorsa accanto a sé perché unica e preziosa.
È di moda il fuorimoda
Per ridurre l’impatto ambientale della tradizionale industria della moda, il nuovo trend da cavalcare è il second hand.
Stando a recenti studi, il mercato degli abiti di seconda mano è cresciuto notevolmente durante la pandemia. Basti pensare ad app come Vinted o Depop. Si prevede un volume di vendita pari a quello del fast fashion entro il 2029.
Da negozi e mercatini alle app di compravendita, la moda usata è facilmente fruibile sul web. L’esperienza della scoperta, quella che fa amare il proprio capo scovato, si trasforma in digitale.
Vocabolario del riciclo
Accendiamo i riflettori su una sfilata di definizioni da green carpet!
Special guest i processi di upcycling e downcycling. Conosci la differenza?
Upcycling
L’upcycling riguarda il processo di trasformazione di un prodotto in un altro di qualità e valore uguali o più elevati.
Nel caso dell’industria della moda, i capi di abbigliamento vengono disassemblati e trasformati in nuovi prodotti. In particolare, si tenta di convertire in ricchezza gli avanzi del modello di business attuale, il cosiddetto deadstock.
Un tempo, le masse di abiti e tessuti invenduti venivano incenerite causando evidenti danni ambientali sotto forma di emissioni e spreco di materiali. Oggi sono materie prima per i designer creativi interessati a trasformare gli scarti in nuovi oggetti di moda.
Downcycling
Parliamo invece di downcycling quando riutilizziamo un capo o un oggetto rendendolo di minore qualità e valore all’interno dello stesso settore.
Il riciclo o downcycling richiede grandi quantità di energia ed è solito lasciare degli scarti durante il processo. Al contrario, l’upcycling utilizza quantità minime, quasi nulle, di energia e riduce i costi delle materie prime e del tempo di produzione dell’oggetto.
La moda si fa bella in digitale
Il digitale ha reso la fruizione dei contenuti ampiamente accessibile a ogni utente. Tutti possono informarsi, condividere e prendere parte a d iniziative sostenibili del fashion world.
Sogni anche tu un invito esclusivo per l’evento di moda dell’anno? C’è una buona notizia!
Ciò che era riservato agli addetti ai lavori e ai protagonisti dello star system, ora entra direttamente nelle nostre case.
Ne sono esempio le sfilate phygital e social per mostrare le nuove collezioni durante le fashion week.
E ancora, iniziative nate con l’obiettivo di premiare l’impegno e il talento sostenibile.
Hai mai sentito parlare degli Oscar della sostenibilità? Il Green Carpet Fashion Awards, nel 2020 ha cambiato format per diventare un evento totalmente digitale!
Di che cosa stiamo parlando?
Una sfida tra giovani talenti dell’alta sartoria, ma anche di un evento con celebrities, red carpet, designers e una location da urlo. Un progetto straordinario promosso e organizzato dalla Camera Nazionale della Moda Italiana, in collaborazione con Eco-Age e il Comune di Milano.
L’iniziativa è volta a rendere la moda sostenibile, cool e glamour.
Vintage is the new black
Il termine ‘vintage’ si utilizza in enologia per indicare i vini di annata di pregio.
Riferendoci all’abbigliamento, l’accezione non cambia!
I capi vintage, infatti, confermano la qualità che garantisce la durata del prodotto e la sua bellezza senza tempo. Permettono di rinnovare il guardaroba con poco indossando pezzi esclusivi rafforzando il concetto di unicità e distinzione.
Insomma, Vintage is the new black e l’ambiente ringrazia.
Zalando urla… con l’Higg Index
Un segnale forte e chiaro che indica verso quale direzione sta procedendo l’industria della moda è l’annuncio di Zalando, il più grande rivenditore di moda online in Europa.
Zalando ha deciso di standardizzare la chiarezza delle informazioni da condividere riguardo la catena di approvvigionamento e l’impatto ambientale dei prodotti che propone.
Entro il 2023, infatti, tutti i brand venduti sulla piattaforma dovranno condividere queste informazioni utilizzando l’Higg Index, un tool di strumenti di autovalutazione di sostenibilità ambientale e sociale.
L’auto-regolamentazione è sufficiente a ottenere i risultati sperati?
Forse è meglio introdurre regolamentazioni che impongono il rispetto di standard ecosostenibili precisi.
Fidarsi è bene, non fidarsi… è amore per il pianeta.
Sai cos’altro è bene?
Ascoltare testimonianze di prima mano – niente second hand stavolta 🙂 – dalla voce di chi si impegna ogni giorno per dare un volto green al fashion. Non perderti il nuovo evento online MARKETERs Day INNOVATION-Beyond Technology, targato MARKETERs Club Torino, in streaming venerdì 25 giugno con nove realtà ospiti da scoprire.
Articolo di: Antonella Cappiello
Fonti esterne: