
Diciamoci la verità: chi ci ha distratto durante questi mesi di “reclusione” e nei momenti di noia totale? Le serie TV naturalmente.
Con le loro storie e avventure che potevamo vivere stando comodamente sul divano. Si spiega anche così il perché, negli ultimi anni, sono diventate il trampolino di lancio di alcune tra le tendenze di moda più significative.
Gli effetti delle serie TV sul mondo della moda
Se vogliamo trovare un lato positivo del Covid – si scherza eh – è che ci ha permesso di poter vedere tutte le serie TV che avevamo in arretrato, con effetti inconsci a livello mentale.
Siamo diventati talmente dipendenti dalle serie TV da far scattare qualcosa nella nostra psiche; una sorta di condizionamento.
Parlando di moda, questo diventa particolarmente evidente: al solo pronunciare il nome di certi capi d’abbigliamento, scatta automaticamente l’associazione con quelli già incontrati durante il binge watching quotidiano.
Oro colato per alcuni brand della fashion industry che hanno visto, da un lato, l’incalzante ritorno di stili e vestiti ormai dimenticati nelle soffitte e, dall’altro lato, nuove tendenze nascere proprio dalla visione di una serie TV.
Il fenomeno qui descritto oltrepassa il concetto di product placement. Dobbiamo iniziare a considerare i vari Netflix, Disney+, Prime (e le loro serie) dei veri influencer?
Il fenomeno Bridgerton segna il ritorno dello stile impero
Bridgerton ha stravinto in fatto di lanciare tendenze. Le statistiche dimostrano che è la serie più seguita e vista di sempre.
Grazie a questa serie vediamo tornare in voga capi ormai in disuso come bustino, corsetto e guanti lunghi fino al gomito.
È con il fenomeno Bridgerton che lo stile impero torna prepotente nei nostri guardaroba. Le sfilate S/S 2021 di Alberta Ferretti e di Alexander McQueen ne sono un esempio.
Anche la rivista Vogue ne parla e conferma che «con il successo della nota serie TV Netflix, il settore moda ha riportato alla nostra attenzione abiti in stile impero…».
La coppola di Birmingham simbolo di Peaky Blinders
Catapultiamoci ora in una fredda e ventosa città del Regno Unito. Fiumi di brandy e decine di sigarette accese. Lo scenario che ti stiamo descrivendo è ovviamente quello in cui opera la famigerata banda di Birmingham: i Peaky Blinders.
Possiamo attribuire a questa serie TV il merito di aver reintrodotto nel mercato della moda il cappello a coppola. Immediata l’associazione con Peaky Blinders appunto.
Un come-back puntuale, considerando l’apertura dei giovani allo stile vintage. Grazie alla creazione del personaggio di Thomas Shelby la coppola è tornata simbolo di eleganza, di un tipo di personalità piuttosto affascinante e un po’ misteriosa.
Aggiungiamo, chi indossa questo capo è visto come una sorta di outsider della situazione. Concetto estremamente appetibile per l’idea che un uomo vuole dare di se stesso.
Lo stile coloratissimo di Emily in Paris
No, non ci stavamo dimenticando della serie sulla moda per eccellenza.
I gusti troppo raffinati sono noiosi
Cosi esordisce Patricia Field, la costumista di Emily in Paris, in un’intervista per Netflix.
Il raffinato diventa noioso. Ecco quindi nascere uno stile tutto nuovo, ringraziando sempre una serie TV. Abbinamenti prima desueti, come l’accostamento dei pois con i quadretti o mix di colori sgargianti in un solo outfit, sono ora ingredienti della tendenza targata Emily in Paris.

Vanity Fair Italia
I capi che hanno letteralmente sfondato per via della serie sono stati il blazer di pelle oversize, cappotti leopardati, cappello di feltro nero e borse a secchiello rosse.
Patricia Field, diventata una star sul web, afferma con decisione il bisogno che le persone hanno di vivere nel colore, e quindi di vestirlo. Dopo il grigio capitolo Covid-19, era infatti il momento di mostrare qualcosa di fresco e frizzante che ravvivasse gli animi di tutti. Emily e il suo guardaroba sono diventati simbolo di un nuovo stile.
Serie TV: le nuove fashion blogger?
Osservando questo fenomeno potremmo azzardare dicendo che le serie TV vanno ad accostarsi al ruolo di influencer. Sono potenti mezzi per veicolare tendenze, tanto quanto le gettonatissime figure delle fashion blogger.
È solo questione di tempo prima che i brand della fashion industry sfruttino questa finestra di opportunità per inserire intere collezioni all’interno della produzione cinematografica, oltrepassando la mera barriera del product placement e giocando d’anticipo rispetto ai competitor. Non a caso, una delle regole del mercato è che i first mover hanno il vantaggio competitivo.
Si prospetta un’ulteriore evoluzione del settore influencer marketing? Lo scopriremo molto presto.
Articolo di Alessia Caradonna
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