
No cari lettori, sarebbe bello, ma purtroppo di nuova musica della band di Manchester per adesso non se ne parla. Il gruppo di Ian Brown non è però nuova a voci di un ritorno sulla scena. Più volte l’iconico limone simbolo degli Stone Roses ha aperto le danze a congetture e ipotesi su concerti e nuova musica, facendo parlare gli altri di sé il più delle volte.
Chi sono gli Stone Roses e perché dovreste già saperlo
Anno del Signore 1983, Manchester, Regno Unito. Tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta, in un’epoca di grande fermento musicale si forma uno dei gruppi più iconici e più rappresentativi del movimento Madchester che ai tempi girava attorno al nightclub The Haçienda: The Stone Roses.
Oltre all’origine legata all’area urbana di Manchester, la scena Madchester riuniva band che prendevano a piene mani dal rock psichedelico degli anni Sessanta fondendolo con altri generi come funk, acid house, hip-hop o dance. Due furono i gruppi più rappresentativi: gli Happy Mondays e, appunto, gli Stone Roses. Il Madchester durò poco, ma fu un terreno importante per la nascita del Brit Pop influenzando gruppi del calibro di Oasis e Blur.
L’icona per eccellenza degli Stone Roses non è una rosa
Gli Stone Roses esplosero nel 1989 con il loro omonimo album di debutto e uno dei capisaldi del rock britannico. L’iconica copertina del quartetto composto da Ian Brown, John Squire, Gary “Mani” Moundfield e Alan “Reni” Wren fu disegnata dallo stesso Squire e intitolata “ Bye Bye Bad Man” esattamente come una canzone dell’album. L’ispirazione per entrambe nasce dall’incontro con un partecipante dei disordini parigini del 1968 che raccontò a Ian Brown di come i limoni venissero usati come antidoto ai gas lacrimogeni. Pollock più limoni ed è subito Stone Roses.
Dopo l’album di debutto e una prolungata assenza a causa di complicazioni legali con la casa discografica e un cambio di componenti della band, gli Stone Roses tornarono sulla scena nel 1994 con il secondo album Second Coming. Il panorama musicale era nel frattempo cambiato e Ian e compagni si trovarono ad arrancare dietro a nuovi gruppi che essi stessi avevano influenzato: Oasis, Pulp, Blur e molti altri avevano ormai preso il posto lasciato vacante dagli Stone Roses. Nel 1996 la band si sciolse definitivamente.
Gli Stone Roses ripresero a suonare soltanto nel 2011, ben quindici anni dopo lo scioglimento, calcando di nuovo il palcoscenico con le cinquanta date del loro “Reunion Tour”. L’attesa per il ritorno sulla scena della band di Manchester era però alle stelle già da qualche tempo: voci sul gruppo in sala di registrazione e concerti live avevano continuato a circolare per mesi scaldando ancora di più l’atmosfera nella speranza di un tour o un “third coming”.
Tornano gli Stone Roses ed è subito limone o viceversa?
Passato qualche anno dal “Reunion Tour” l’atmosfera si fece nuovamente febbrile: il 2 novembre 2015 Manchester si svegliò invasa dai limoni simbolo della band. Molti negozi del centro esposero in vetrina 16 poster che fecero pensare a qualche grossa notizia in arrivo mentre le congetture dei fan, più o meno plausibili, si moltiplicavano.
Anche Liam Fray, frontman dei The Courteeners, altra band di Manchester, spalleggiato da Tim Burgess, leader dei The Charlatans, anche loro della scena Madchester, con un tweet e sedici limoni rese facile gioco ai fantasisti per intendere il duemila e sedici, appunto, come l’anno di un possibile tour degli Stone Roses.
Soltanto nella serata del 2 di novembre la band annunciò ufficialmente tre concerti per l’estate del 2016.
Ma non è finita qui.
In un attimo tra i fan si scatenò il toto-location per altri concerti della band e molti caddero in una facile trappola, ma dall’inaspettato successo commerciale per qualcun altro. A fine novembre, infatti, la città di Doncaster, a un’ottantina di chilometri da Manchester, si riempì di poster con l’iconico simbolo della band e la smania per altri live inaspettati ad anticipare le date fissate per il 2016 si fece papabile.
Si scoprì poco dopo che la campagna di marketing era stata ideata dal proprietario del Diamond Love Lounge per il concerto della tribute band degli Stone Roses: The Clone Roses. L’idea di clonare il limone simbolo della band si era rivelata particolarmente azzeccata, con risultati maggiori delle aspettative dello stesso ideatore.
In due è amore in tre è una festa: Aldi si accoda
Qualche mese dopo, nel maggio 2016, gli Stone Roses gettarono di nuovo legna sul fuoco: poster e limoni ritornarono a tappezzare l’intera Manchester e il 12 maggio 2016 la band pubblicò il primo nuovo singolo dopo più di venti anni.
Quella volta a cavalcare l’onda fu Aldi, catena di supermercati che colse l’occasione per fare del real time marketing e pubblicizzare i propri limoni, quelli veri, nella città natale della band. La campagna pubblicitaria si appoggiò anche ai social con un tweet a base di di Stone Roses.
Perché ci sono limoni e limoni.
Un limone al giorno…
La visibilità e il seguito degli Stone Roses e l’attesa accumulata negli anni per l’arrivo di nuova musica e concerti hanno permesso alla band di rimanere ben ancorata all’immaginario collettivo nonostante una parabola musicale costellata di grandi assenze. La capacità di alimentare l’interesse e le reazioni dei fan si sono dimostrate fondamentali, così come le varie congetture più o meno fondate che sono circolate intorno alla band e alla loro musica. Come dire: “lasciamo che siano gli altri a parlarne”. Non è un caso che il rapporto della band con i media si sia spesso basato sulla loro assenza più che sulla loro presenza. Già nel 1997 John Robb, giornalista musicale, affermava che una delle caratteristiche della carriera degli Stone Roses è stata “their ability to stay on the news pages of the rock press almost permanently for years on end, including a lot when they did fuck all. And they did this by hardly saying at all […] The Stone Roses would stonewall the journalist”.
Ottimo lavoro, ragazzi.
Molto altro sui limoni di Manchester:
Robb J. (1997), The Stone Roses And The Resurrection Of British Pop, p. 225