Skip to main content
search
Stories of Tech

Nel 2050 manderemo tweet e instagram stories da Marte?

da 12 Maggio 2019Maggio 13th, 2019Nessun commento

L’uomo da sempre ha voluto superare i limiti del cielo e il ‘900 ha visto affermarsi l’aereo come mezzo di trasporto di massa e la nascita della corsa allo spazio. Solamente nei primi anni del nuovo millennio questo ambito ha preso una nuova svolta ponendo obiettivi a lungo termine. Ma ad oggi com’è strutturato il settore privato aerospaziale che punta a essere nei prossimi decenni un punto chiave in fatto di investimenti e ricerca?

Fin dalle prime missioni spaziali, negli anni ‘60 e ‘70, la Nasa, l’agenzia spaziale russa, l’europea Esa e molti altri paesi collaborarono con aziende private o partecipate statali  per la realizzazione dei vettori spaziali o delle varie componenti per una missione spaziale. Il tutto con uno scopo esclusivamente scientifico.

Tuttavia a partire dagli anni 2000 sono nate nuove aziende private che si ponevano diversi obiettivi: dalla realizzazione di nuovi vettori per lanci commerciali o mezzi per esperienze spaziali a finalità turistiche.

Tra queste, escludendo l’United Launch Alliance (ovvero la joint venture tra Boeing e Lockheed Martin, aziende storiche del settore) e l’Airbus (azienda nata dalla collaborazione di vari paesi europei), possiamo menzionare alcune tra le più celebri: SpaceX, Blue Origin, Virgin Galactic e Space Adventures.

Turismo oltre i 10.000 metri

Per quanto riguarda il turismo spaziale, che a detta di molti, tra cui Forbes, avrà il suo effettivo battesimo tra quest’anno e il prossimo, il business si focalizza nel cercare di creare esperienze ad hoc ai possibili clienti tramite dei voli sub-orbitali, ovvero voli che raggiungono i 100 km di altitudine per poi atterrare, come per il caso di Virgin Galactic e Blue Origin, o voli solamente orbitali a bordo della stazione spaziale internazionale, come nel caso di Space Adventures la quale è attualmente l’unica ad aver portato 7 persone nello spazio.

Con prezzi che variano dai 200.000/300.000 dollari per un’esperienza di assenza di gravità di 10 minuti delle prime due aziende fino a 15 milioni di dollari della terza per passare 10 giorni in orbita attorno alla Terra, queste aziende aprono la strada ad una nuova tipologia di turismo.

Difatti anche se l’azienda di Jeff Bezos, Blue Origin, e quella di Richard Branson, Virgin Galactic, stanno ancora testando i loro mezzi proprietari, mentre Space Adventures utilizza un razzo vettore russo nato per portare rifornimenti ed equipaggio alla stazione spaziale, la sfida commerciale è iniziata molti anni fa. Infatti parallelamente ai primi proclami degli obiettivi sono iniziate anche le vendite dei biglietti per i clienti più facoltosi e a stringere accordi con vari enti e stati per la realizzazione delle basi di partenza ed arrivo, come per esempio Virgin Galactic in Puglia.

Tuttavia l’esperienza attorno alla Terra o della passeggiata spaziale non sono che un primo step: infatti nei piani futuri di Space Adventures c’è l’intenzione di essere pionieri nel turismo alla volta della Luna per un costo di 150 milioni di dollari. L’intenzione è di portare il cliente in orbita sulla Luna per poi ritornare sulla Terra. Attualmente questo ultimo punto è in fase di studio al fine di realizzare una tecnologia sicura ed efficiente.

From Standard to Heavy

Nel settore del turismo/colonizzazione fuori dell’orbita terrestre si inserisce invece SpaceX di Elon Musk, infatti oltre ai piani inerenti alla Luna, il focus sul quale sta lavorando l’azienda è cercare di portare l’uomo su Marte e rendere meno costosi i lanci spaziali commerciali per le aziende e verso la stazione spaziale internazionale.

Come in ogni altro settore anche quello aerospaziale è soggetto alle leggi della domanda e dell’offerta, che si tratti un cliente privato o militare. Il settore spaziale commerciale è in fase di crescita e attualmente muove circa 300 mld di dollari l’anno. L’iter per la progettazione e realizzazione di un vettore spaziale infatti deve tenere conto delle esigenze dei clienti in termini capacità di carico utile. Per questo motivo la tendenza è di realizzare varie versioni modulabili dello stesso razzo (standard ed heavy) per venire incontro anche ad esigenze future senza dover riprogettare il tutto nuovamente.

Dal punto di vista dei lanci commerciali SpaceX presenta diverse novità che rendono il suo servizio più  vantaggioso rispetto ai suoi rivali. Studiando lo storico delle cause dei lanci falliti ha introdotto delle peculiarità: gli stadi dei suoi razzi sono 2 e non 3 per ridurre la possibilità di problemi durante la separazione ed è stato aumentato il numero dei motori per garantire ridondanza, ovvero se uno dei motori dovesse non funzionare e spegnersi gli altri comunque riuscirebbero a garantire l’esito positivo del lancio.

Inoltre la novità rivoluzionaria che ha permesso di abbassare i costi rispetto alla concorrenza è la riutilizzabilità dei razzi: infatti, storicamente, una volta escluso lo shuttle, i vari componenti dopo il lancio rimanevano distrutti o risultavano inutilizzabili.

SpaceX è riuscita a sviluppare invece una tecnologia che in maniera autonoma, una volta separati dal loro contenuto, permette ai razzi di fare marcia indietro ed atterrare delicatamente nella posizione di partenza in luoghi appositi. In questa maniera possono essere revisionati ed utilizzati per le successive missioni.

Per questi motivi oltre che risultare affidabile diviene anche più conveniente per i clienti. Infatti a livello di costi rispetto al principale concorrente, l’United Launch Alliance (o ULA) , che prima dell’arrivo di SpaceX non aveva rivali fisici nel mercato americano, ha prezzi molto più bassi. Per calcolare il costo di un lancio bisogna tener conto del costo del mezzo fisico, del rifornimento dei propellenti per farlo funzionare e di tutti quei servizi, permessi e requisiti obbligatori per ogni missione. Ne risulta che un lancio in configurazione standard con l’ULA verrebbe sopra i 100 mln di dollari e sui 400 mln in configurazione heavy contro i 65 mln in configurazione standard di un Falcon 9 di SpaceX o indicativamente 100 mln di dollari in configurazione heavy.

Il vantaggio dell’azienda di Elon Musk sta nel riuscire a portare a terra il razzo e quindi poter ri-utilizzare circa il 50% del valore del razzo ed aumentando la frequenza dei lanci commerciali e militari riesce (con una routine di manutenzione ogni 10 lanci) non solo a mantenere dei prezzi più bassi nel lungo periodo ma anche a prendere quote di mercato e clienti importanti (Nasa e U.S. Air Force per esempio).

Inoltre, parallelamente ai piani per la colonizzazione del suolo marziano, SpaceX sta effettuando l’iter per ottenere la certificazione per uso con equipaggio per la sua nuova capsula riutilizzabile Dragon 2. Infatti la Nasa da quando il programma Shuttle è stato abbandonato si affida al vettore russo Soyuz e questo risulta essere una dipendenza verso un’altra agenzia spaziale.

Questa nuova evoluzione della Dragon (che è stata la prima capsula di un’azienda privata a portare i rifornimenti alla stazione spaziale nel 2012) è in fase avanzata rispetto alla sua rivale che è in fase di realizzazione dalla Boeing. Con questa nuova certificazione il compito di portare rifornimenti e personale americano potrebbe tornare ad un’azienda americana con un costo minore per l’agenzia.

Tutto questo si inserisce nei piani a lungo termine riguardanti il ritorno sulla Luna e la presa del suolo marziano con un equipaggio e con missioni commerciali. Infatti nel prossimo futuro una delle possibili missioni in fase di studio riguarda la possibilità di fare un viaggio attorno all’orbita della Luna con un equipaggio composto da astronauti privati, ovvero chiunque abbia la possibilità di sostenere il costo e riesca a superare un addestramento ad hoc potrebbe intraprendere il viaggio. Questo progetto corre parallelo alla realizzazione di un nuovo vettore spaziale per le missioni lunari/marziane.

Oltre a tutte queste aziende vanno menzionato anche il tentativo di allunaggio da parte del primo rover completamente finanziato da privati e gli investimenti che la Cina sta facendo in questo settore. Il progetto di un’azienda israeliana mirava ad essere un pioniere tra le aziende private alla volta della Luna, tuttavia a causa di un problema ad un motore in fase di discesa il rover è andato distrutto. Invece il governo cinese ha deciso di investire nella ricerca e di creare un una base (Mars Base 1) per simulare una futura vita su Marte. Il fine di questo progetto è quello di educare le nuove generazioni e i turisti sulla vita fuori dalla Terra.

Questo dimostra una chiara tendenza da parte di privati e aziende di tutto il mondo di orientare parte dei loro investimenti verso progetti aerospaziali ponendo le basi per quello che sarà una delle economie dei prossimi decenni. Sarà la generazione dei Millennials il punto di svolta di questo settore? Quanto dovremo attendere ancora prima che tutto questo sia alla portata di tutti? L’unica certezza è che i prossimi 10-15 anni saranno portatori di grandi novità e cambiamenti per l’economia globale.

 

Matteo Signoretto

Appassionato di Tech&Digital ma anche di motori e Space Economy. Nel tempo libero pratico atletica leggera.

Lascia una risposta

Close Menu