
Hai sempre sognato di guidare una Mustang, ma il tuo conto in banca ti ha riportato ogni volta con i piedi per terra? Vorresti fare un viaggio on the road stile Kerouac, ma la tua macchina non reggerebbe la tratta Venezia-Torino? TURO è quello che fa per te!
TURO è un servizio di noleggio auto peer-to-peer che nasce nel 2009 da un’idea di tre studenti di Harvard che, ispirati dal successo di mercati virtuali quali Airbnb e eBay, decidono di rivoluzionare il settore dei trasporti al grido di “for the community, by the community”: quell’automobile, perennemente parcheggiata sul vialetto di casa, può tornare a solcare le strade e aiutarti a guadagnare allo stesso tempo.
Alle origini dell’idea
Il servizio viene lanciato a Boston nel 2010 con il nome di RelayRides (diventerà TURO cinque anni dopo, nel 2015) e nel 2012 diventa disponibile su tutto il suolo americano. Dopo un periodo di stretta collaborazione con General Motors, la start-up decide di concentrarsi unicamente sul proprio core business, ovvero il noleggio a lungo termine di automobili da privato a privato: “sharing” è la nuova parola d’ordine e il settore dei trasporti non resta di certo a guardare, BlaBlaCar in testa (non a caso, ne abbiamo parlato anche noi: BlaBlaCar: Il car pooling che piace)
Ci sono tutte le premesse per una storia di successo. E così sarà: tra il 2012 ed il 2014, la start-up con sede a San Francisco attira l’attenzione di importanti investitori (tra cui Google Ventures) e raccoglie finanziamenti per 52.5 milioni di dollari; nel 2015 Forbes la include nella classifica delle 14 “hottest on-demand startups” e la valuta 311 milioni di dollari.
Come funziona?
TURO si rivolge a diversi tipi di utenti, di cui riesce a mettere d’accordo esigenze ed interessi :
- chi è in possesso di un’automobile che non usa e che è unicamente fonte di spese;
- chi quell’auto la vorrebbe, ma non può permettersela;
- chi possiede un’automobile ed è costretto ad assentarsi per lavoro, ma di pagare il parcheggio dell’aeroporto per una settimana non ne vuol sentir parlare.
In che modo TURO si rivolge a questi tre target?
- Chi possiede un’automobile può inserirla nel database di TURO indicandone le caratteristiche, il periodo di disponibilità ed il prezzo. Infine, deve caricare le foto del veicolo: è a discrezione del proprietario scegliere se scattare e caricare fotografie autonomamente o se affidarsi, invece, ad un fotografo professionista fornito da TURO (riducendo il rischio percepito dal potenziale “cliente” e aumentando, di conseguenza, le probabilità di successo dell’annuncio);
- L’aspirante viaggiatore può iscriversi al servizio in modo gratuito e cominciare ad usufruirne non appena il suo profilo viene approvato. Da quel momento, può iniziare la ricerca: sono disponibili più di 800 modelli con servizio di consegna in più di 2500 città e 300 aeroporti degli Stati Uniti. Insomma, c’è l’imbarazzo della scelta!
- Chi possiede un veicolo – ed è anche un viaggiatore – può unire comodità e convenienza affidandosi a TURO: il proprietario in questione parcheggia la macchina presso l’aeroporto di partenza e acconsente a renderla disponibile per il noleggio fino alla data del suo ritorno, finendo per guadagnare denaro da un asset che resterebbe altrimenti inutilizzato.
Il servizio risulta intuitivo per l’utente ma non perde, per questo, in affidabilità: sia i proprietari che i viaggiatori sono fortemente tutelati e garantiti da TURO tramite servizi quali, ad esempio, il call center attivo 24/24 o l’assicurazione contro danni al veicolo.
Vi abbiamo convinti? Ecco dove trovarla
TURO è sito internet, ma anche app per iOS e Android. Nel 2015, inoltre, l’applicazione per iOS è stata aggiornata e resa compatibile con Apple Watch, garantendo semplicità di utilizzo e velocità ancora maggiori.
Ad oggi, TURO è presente solo negli Stati Uniti, ma il prossimo passo sarà l’entrata nel mercato Europeo e, successivamente, in quello cinese: attualmente si stanno svolgendo le selezioni per il team che, a partire da Aprile 2016, darà vita alla sede europea a Shoreditch, il quartiere delle start up di Londra.
Perché ho deciso di raccontarla
Personalmente, non vedo l’ora che il servizio diventi disponibile in Europa perché lo trovo geniale.
A mio parere, il punto di forza di TURO è un’ottica win-win che non si riduce al mero incontro tra domanda e offerta: il vantaggio economico – in termini di guadagno e di risparmio, a seconda della prospettiva – risulta secondario rispetto all’aspetto emozionale ed esperienziale (come ben sappiamo La vera felicità vive nelle esperienze).
TURO è guidare l’auto dei tuoi sogni con pochi dollari e incontrare persone con la tua stessa passione, che si tratti di motori o di viaggi o di qualsiasi altra cosa tu sia pronto a condividere. Sarà questa la chiave della sua crescita, in un’epoca in cui c’è bisogno più che mai di socialità e condivisione.
Certamente, il team di San Francisco dovrà essere bravo abbastanza da ridefinire il proprio modello di business sulla base delle caratteristiche economico-sociali del mercato europeo: il concetto di proprietà, la propensione al rischio e la confidenza con le piattaforme e-commerce sono solo alcune delle differenze culturali tra noi e l’America. Questo significa che un prodotto che spopola oltreoceano potrebbe diventare un vero e proprio flop in Europa, se mal gestito.
Considerare le peculiarità di ogni mercato è tassativo, se si vuole tradurre il potenziale in opportunità concreta.
E voi? Credete che l’aspetto “sociale” giochi un ruolo importante oppure siete convinti che sia sufficiente il perfetto incontro tra domanda e offerta per fare di un prodotto un caso di successo?